Saperi e Sapori

Gennaio/Febbraio è tradizionalmente tempo di lavorazione del maiale domestico…..

L’uccisione del maiale apre di fatto l’inizio dell’attività lavorativa del contadino nel nuovo anno. Il maiale è una delle fonti primarie di alimentazione. Fin dai tempi antichi, i contadini acquistavano più di un maiale e vendevano i prodotti derivanti alle famiglie che ne apprezzavano la genuinità delle carni caserecce.

I maialetti sono di produzione propria o comprati molto piccoli circa un anno prima del periodo della loro uccisione. Sono cresciuti con molta cura e attenzione. Nutriti con ghiande, castagne secche, frutta, patate, ovvero da tutti i prodotti che il contadino ricava durante l’anno dalla sua stessa produzione.
Subito dopo le feste Natalizie, quando il maiale ha raggiunto un peso medio di quasi 180 Kg, si procede alla sua uccisione

L’uccisione del maiale è una vera e propria festa per le famiglie contadine. E’ il momento in cui si riuniscono tutti i parenti, poichè l’evento richiede l’ausilio e la partecipazione di più persone.
Ci vogliono ben tre giorni per portare a termine tutta la lavorazione del maiale. Il primo giorno comprende l’uccisione e la selezione grossolana delle parti principali, affinchè non si rovinino i vari pezzi quali: pancette, prosciutti e capicolli. La carne è quindi lasciata per un’intera notte a riposare.

Il secondo giorno si rifiniscono i pezzi del maiale destinati alla stagionatura e si procede al riempimento degli insaccati: “soppressate” e salsicce. Intanto le donne, preparano il lardo in un’enorme pentolone: “a cavurara“. Dalla bollitura del lardo si ottongono: il grasso usato per condire gli alimenti, “e sfrittole” e le ossa bollite che sono consumate a tavola durante la terza giornata. La “cavurara” è messa sul fuoco la sera del secondo giorno e resta a bollire per quasi ventiquattro ore. Le donne di casa stanno sveglie tutta la notte vegliando sul fuoco.

Il terzo ed ultimo giorno è chiamato il giorno delle “sfrittole” in quanto è tolta finalmente dal fuoco la “cavurara“.

I tre giorni della lavorazione del maiale sono considerati una vera e propria festa. Finito il lavoro, sono imbandite grandi tavolate rigorosamente a base di carne di maiale, accompagnata da un buon bicchiere di vino. La serata si conclude a suon di tarantelle con organetto e fisarmonica.

 

 

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