GalleriaRicettericorrenza 2/11Saperi e Sapori di Festa

Zuppa funebre: fave e ceci piccante

Nell’immaginario collettivo arcaico i legumi, così come i semi, erano connessi al mondo dell’Oltretomba. Ancora oggi, in alcun plaghe rurali, fave e ceci sono il classico cibo del giorno dei morti. I rari ceci neri sono i protagonisti della cisrà monferrina, come dello zemino savonese. In Irpinia, il 2 novembre, le famiglie benestanti erano solite distribuire una zuppa di ceci bolliti ai meno abbienti. “Ceci cotti per l’anima dei morti” era la triste litania che frotte di poveri cristi, armati di cucchiai e scodelle, intonavano dinanzi alle case dei signorotti. A Venezia, i monaci dei conventi erano soliti preparare una zuppa di fave da distribuire ai poveri nei primi giorni di novembre. Anche nel modenese, la “limòsna de i mort” per antonomasia erano le fave bollite. E ciò perché questo legume, dall’Egitto alla Grecia, da Roma all’India, fino al lontano Perù, era protagonista di antichissimi riti funerari. Per Aristotele, ma anche per i neo-platonici, le fave erano veicolo delle anime dei morti. Secondo i pitagorici, questo legume, grazie allo stelo privo di nodi, era considerato un mezzo di comunicazione privilegiato con l’Oltretomba. Mentre, in tutto il nord-est, la cosiddetta “minestra dei morti” consisteva in una zuppa di fagioli ben cotti, conditi con del grasso di maiale. Mentre nel piacentino il cibo dei morti per antonomasia erano le castagne. Pelate e bollite con semi di finocchio costituivano la classica cena dei defunti. L’offerta di cibo va fatta risalire alla credenza seconda la quale, nel giorno della loro festa, i defunti ritornerebbero tra i vivi per condividerne la mensa. In tutte queste usanze si individua chiaramente l’eco di quei banchetti funebri, i cosiddetti “refrigeria”, che gli antichi romani consumavano intorno alle tombe dei propri “manes”, ma anche del “mnemosìno”, la merenda funebre che, ancora oggi, si consuma durante il funerale greco-ortodosso.

La Zuppa di fave e ceci piccante è una gustosa ricetta montanara composta da ingredienti semplici e sani, uno di quei sapori tradizionali della cucina mediterranea, che abbiamo dimenticato e stiamo ora recuperando, dopo aver scoperto quanto le zuppe e un giusto apporto di calcio nella dieta, possano aiutare a tenersi in forma o dimagrire.

Ricetta: Zuppa di fave e ceci

La Zuppa di fave e ceci piccante è una gustosa ricetta montanara composta da ingredienti semplici e sani, uno di quei sapori tradizionali della cucina mediterranea, che abbiamo dimenticato e stiamo ora recuperando, dopo aver scoperto quanto le zuppe e un giusto apporto di calcio nella dieta, possano aiutare a tenersi in forma o dimagrire.

Ingredienti per due porzioni:  (Tempo di preparazione: 10 minuti. Di cottura: 1 ora)

  • 125 gr. di ceci lessati (Se si usano ceci secchi lasciateli in ammollo per 12 ore e lessateli in anticipo)
  • 4 cucchiai di fave secche sgusciate
  • 1 cucchiaio di farina
  • 20 gr. di pecorino toscano
  • sale q.b.
  • un pizzico di curry
  • una cipolla
  • un cucchiaio di passata di pomodoro
  • una manciata di peperoncino macinato
  • un pizzico abbondante di pepe nero in polvere
  • 2 cucchiaini di olio extravergine di oliva
  • 2 cucchiai di cereali misti
  • 2 fette di pane

Istruzioni

  1. Ponete l’olio con mezzo bicchiere d’acqua in un tegame e lasciate scaldare a fiamma moderata.
  2. Intanto lavate e tritate la cipolla finemente, poi aggiungetela nell’olio.
  3. Fatela imbiondire, poi aggiungete il curry, un bicchiere d’acqua e lentamente la farina, mescolando sempre.
  4. Adesso aggiungete  le fave, i ceci lessati e il curry.
  5. Tagliate a scagliette il formaggio e unitelo al resto con il pepe nero e abbondante peperoncino.
  6. Fate cuocere la zuppa di fave e ceci piccante, qualche minuto prima di aggiungere i cereali e aggiustare il sale.
  7. Servire calda o fredda a piacere  con le fette di pane tostate.

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